venerdì 10 luglio 2009

Guido Gozzano - Totò Merumeni

Letta durante una noiosissima ora di letteratura (non era certo colpa della materia...), questa poesia mi fece riflettere, e tutt'ora mi fa sempre riflettere, su quanto sia importante dare un senso alle proprie conoscenze, non rinchiudersi in un arido eruditismo inconcludente che non giova a nessuno, ma fare della propria conoscenza un'apertura verso il mondo, una condivisione verso il prossimo che desidera sapere. L'idea che da qualche parte del mondo ci sia un Totò Merumeni (e ce ne sono...) mi ha sempre fatto preoccupare. La poesia offre miliardi di altri spunti che, se volete, sarò felice di condividere con voi.

Totò Merùmeni

I.
Col suo giardino incolto, le sale vaste, i bei
balconi secentisti guarniti di verzura,
la villa sembra tolta da certi versi miei,
sembra la villa-tipo, del Libro di Lettura...

Pensa migliori giorni la villa triste, pensa
gaie brigate sotto gli alberi centenari,
banchetti illustri nella sala da pranzo immensa
e danze nel salone spoglio da gli antiquari.

Ma dove in altri tempi giungeva Casa Ansaldo,
Casa Rattazzi, Casa d'Azeglio, Casa Oddone,
s'arresta un'automobile fremendo e sobbalzando,
villosi forestieri picchiano la gorgòne.

S'ode un latrato e un passo, si schiude cautamente
la porta... In quel silenzio di chiostro e di caserma
vive Totò Merùmeni con una madre inferma,
una prozia canuta ed uno zio demente.

II.
Totò ha venticinque anni, tempra sdegnosa,
molta cultura e gusto in opere d'inchiostro,
scarso cervello, scarsa morale, spaventosa
chiaroveggenza: è il vero figlio del tempo nostro.

Non ricco, giunta l'ora di "vender parolette"
(il suo Petrarca!...) e farsi baratto o gazzettiere,
Totò scelse l'esilio. E in libertà riflette
ai suoi trascorsi che sarà bello tacere.

Non è cattivo. Manda soccorso di danaro
al povero, all'amico un cesto di primizie;
non è cattivo. A lui ricorre lo scolaro
pel tema, l'emigrante per le commendatizie.

Gelido, consapevole di sé e dei suoi torti,
non è cattivo. È il buono che derideva il Nietzsche
"...in verità derido l'inetto che si dice
buono, perché non ha l'ugne abbastanza forti..."

Dopo lo studio grave, scende in giardino, gioca
coi suoi dolci compagni sull'erba che l'invita;
i suoi compagni sono: una ghiandaia rôca,
un micio, una bertuccia che ha nome Makakita...

III.
La Vita si ritolse tutte le sue promesse.
Egli sognò per anni l'Amore che non venne,
sognò pel suo martirio attrici e principesse
ed oggi ha per amante la cuoca diciottenne.

Quando la casa dorme, la giovinetta scalza,
fresca come una prugna al gelo mattutino,
giunge nella sua stanza, lo bacia in bocca, balza
su lui che la possiede, beato e resupino...

IV.
Totò non può sentire. Un lento male indomo
inaridì le fonti prime del sentimento;
l'analisi e il sofisma fecero di quest'uomo
ciò che le fiamme fanno d'un edificio al vento.

Ma come le ruine che già seppero il fuoco
esprimono i giaggioli dai bei vividi fiori,
quell'anima riarsa esprime a poco a poco
una fiorita d'esili versi consolatori...

V.
Così Totò Merùmeni, dopo tristi vicende,
quasi è felice. Alterna l'indagine e la rima.
Chiuso in se stesso, medita, s'accresce, esplora, intende
la vita dello Spirito che non intese prima.

Perché la voce è poca, e l'arte prediletta
immensa, perché il Tempo - mentre ch'io parlo! - va,
Totò opra in disparte, sorride, e meglio aspetta.
E vive. Un giorno è nato. Un giorno morirà.

G. Gozzano - I Colloqui

martedì 12 maggio 2009

I' Lavagnone del Sangue
















Ecco qui gli scatti ottenuti col mio miserrimo cellulare della lavagna che illustra il benedettissimo processo ematopoietico.!!!Spero di avere reso una visione d'insieme abbastanza accettabile...Alla Prossima!!!

lunedì 20 aprile 2009

Assignment 7: Ma perchè mi vorrà guardare la mano???


Nei primi 10 anni della mia vita, i miei genitori mi portavano ogni anno da un super pediatrone per il controlo dello sviluppo. Ogni anno egli richiedeva una radiografia alla mano+polso. Era bello ossevare questo colosso di sapienza "leggere" la mia mano impressionata su una lastra ed emettere tutti gli anni il solito verdetto: "Alessio sei un perfettino." Detto questo tornavamo tutti felici e contenti (il portafoglio non tanto...) a casa. Su Medal ho scoperto per caso che esiste un Indicatore per la Maturazione Scheletrica (SMI) proposto da un certo Fishman, che esprime l'età dello sviluppo osseo dell'adolescente a partire da osservazioni sulle articolazioni interfalangee delle dita della mano (soprattutto il medio e il mignolo) e del polso. Grande Medal!! Non immaginavo che in rete esistesse uno strumento così interessante per la professione medica e non: consiglio di cliccare nella sezione Contents by Specialty dove 13500 algoritmi sono contenuti in 45 capitoli tematici , con il motore di ricerca ho trovato qualche difficoltà. Infine ogni algoritmo ha una tabella excel con la quale si può ruzzare: ho visto quanta potenza sviluppa una persona di 100 kg che salta da fermo 60 cm in elevazione...Ganziale!!!

domenica 19 aprile 2009

Assignment 6: Quanto Costano le Idee?!


Il copyright si sa, è un prodotto dell'uomo, e col passare del tempo deve essere continuamente rivisto, altrimenti insorgono caratteri meramente paradossali dai quali non se ne leva più le gambe, come sta accadendo al giorno d'oggi.
Capisco che l'intelletto dell'autore va tutelato contro ogni forma di plagio o di furto; ma che questo diritto divenga un impedimento ulteriore per chiunque voglia tentare di apprendere, di criticare, di evolversi culturalmente, va contro ogni forma di civilizzazione. Se proteggere le idee di una persona significa quantificarle, "monetarizzarle" per renderle inaccessibili al prossimo, beh.... c'è qualcosa che non va!!! Siamo sicuri che il profitto sia dell'autore? Cliccando un pò su wikipedia ho scoperto che talvolta più del 50% del guadagno va in tasca dell'editore! In caso di morte dell'autore, il diritti d'autore passano agli eredi del defunto...possiamo sempre parlare di protezione del patrimonio intellettuale?!
Sappiamo che nella storia dell'umanità i più grandi passi avanti sono stati fatti mettendo in discussione il contesto culturale che vigeva.... ma se la legge ostacola la messa in discussione delle idee, come possiamo sperare di evolverci ulteriormente?! come possiamo sperare di non regredire?!

martedì 14 aprile 2009

Assignment 5: Giocare con Pubmed



Ho giocato un pò con Pubmed!!! Da quando pratico sport mi ha sempre incuriosito (non dico affascinato!!) tutto ciò che riguarda la metodologia d'allenamento. Ciacciando (=rovistando) per PubMed, dopo vari tentativi, ho trovato vari articoli molto interessanti e specifici che riguardavano questo argomento. Per esempio ho letto di uno studio condotto su una classe di educazione fisica divisa in 3 gruppi a caso ognuno dei quali ha svolto un programma di allenamento diverso per un periodo di 10 settimane con 3 allenamenti a settimana: un gruppo ha svolto un allenamento di sprint (privilegiata la velocità), un gruppo un allenamento di pliometria (avete presente quando da piccoli vi divertivate a saltare da sopra un muro, un gradino, per poi atterrare alla meno peggio in terra?? beh quella è pliometria e privilegia la forza sugli arti inferiori), l'ultimo gruppo ha continuato a svolgere le canoniche pallose lezioni di educazione fisica. Morale della favola: il gruppo pliometria e il gruppo sprint hanno ovviamente incrementato le loro attitudini fisiche, ma soprattutto l'allenamento di sprint ha dato risultati molto più rilevanti sotto tutti i profili motori (forza, rapidità, equilbrio, coordinazione, resistenza, reazione agli stimoli....) rispetto all'allenamento di pliometria. In un altro articolo si ipotizza che questo grande "potere" allenante della velocità sia dovuto in parte a tutta una serie di fattori neurologici sui quali si deve ancora studiare a fondo. Consiglio a tutti quelli che vogliono svolgere ricerche su Pubmed di non preoccuparsi ad affibbiargli più parole chiave, il sistema di ricerca è ben fatto e da quasi sempre ottimi risultati.

sabato 28 marzo 2009

Assignment 3: Coltivare le connessioni

In questi ultimi giorni mi sono dedicato alla lettura del saggio pubblicato dal prof Formiconi. A mio avviso il pamphlet presenta punti di grande rilievo, di grande spessore, indice di una riflessione costante e profonda sulla nostra condizione sociale passata ed odierna. Tuttavia, dato che questo non vuole (e non deve) essere soltanto un post di elogio, un' apologia, a mio parere il saggio presenta alcuni passaggi molto discutibili, se non addirittura contradditori, forse frutto di una mia mala-comprensione; in tal caso sono più che disponibile ad eventuali chiarifiche e da parte del Prof, e da parte di chiunque altro voglia intervenire.
La critica al sistema scolastico è centrata: nonostante che da questo punto di vista mi ritenga fortunato (credo che dal punto di vista umano il liceo mi abbia insegnato tanto), la scuola in generale, con tutte le sue etichette, i suoi schemi vuoti e rigidi, ci fa perdere di vista la big picture, mina profondamente la nostra coscienza cercando di inculcarci (purtroppo certe volte ci riesce) l'immagine di un mondo che semplicemente non esiste, e quando ce ne accorgiamo spesso è già troppo tardi.
La famiglia non è più capace di comunicare niente, "i genitori sono diventati i manager dei figli" (p.16), dopo questa frase non c'è niente da aggiungere, soltanto il fatto che vivo in una famiglia composta da tre generazioni e so cosa vuol dire ascoltare mio/mia nonno/a che racconta di quando erano giovani, pendere dalle loro labbra ricche di esperienza e semplicità, stare li davanti a loro un'eternità poichè il tempo cessa di essere, avere più insegnamento da loro che hanno fatto 3 anni di elementari (mio nonno 5!!!), che dal miglior trattato di anatomia.
Apprezzo notevolmente l'immagine dell'umile maestro che educa i suoi alunni, ma credo che di per sè la vita online non riuscirà mai a raggiungere la metafora dell'anziano maestro. La vita online, internet, il social network sono mezzi utili e magari non riesco neppure a capire quanto essi siano importanti, ma rimangono sempre dei mezzi, strutture d'interesse. Internet non potrà mai rimpiazzare il dialogo diretto con un amico, uscire la sera con il/la tuo/a ragazzo/a, la chiaccherata spensierata nel circolino a 50 metri da casa, pizza e cola insieme ai tuoi amici di sempre mentre ricordate i tempi che furono (ma quante ne avete combinate?!); può semmai aiutare ad organizzare questi fondamentali eventi che esistono e devono continuare ad esistere. Internet non può, ma soprattutto non deve, fagocitare il flusso della vita che scorre. Noi NON siamo la macchina (ho modificato la frase in fondo a p30), Internet è la macchina che può aiutarci a ritrovare noi nel rapporto con noi stessi, ma soprattutto ci può aiutare a ritrovare noi nel rapporto con gli altri, scacciare questo urlo profondo di solitudine che contraddistingue il mondo d'oggi.

domenica 22 marzo 2009

Delicious

Oramai abbiamo varcato le colonne di Ercole, avventurati nell'oceano della rete, ce la faranno le nostre zattere rappezzate alla meno peggio a resistere all'intensità di onde pronte a farci annegare e vortici sempre pronti a risucchiarci verso gli abissi più profondi??!!! Dobbiamo assolutmente aiutarci!!! Il discorso lo so è metaforico (per favore non mi castigate!!), per farmi perdonare do un sunto qui di seguito: anch'io ho creato un account su delicious e come tanti miei compagni sto cercando di levarne le gambe. Dobbiamo avere tra di noi quello spirito di collaborazione/cooperazione/condivisione/coazione/ co-qualcosa (che dovremmo avere sempre...) che ci permetta di trascorrere piacevoli momenti davanti al nostro PC/ ordinateur/macchina malefica, scoprendo così interessi comuni e tanto altro ancora.
Il mio account in delicious: http://delicious.com/alepampa.